La risposta del partito di Giorgia Meloni alle accuse dell’ex premier Giuseppe Conte su anticorruzione e antimafia.
Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e figura di spicco del Movimento 5 Stelle, ha recentemente lanciato pesanti accuse nei confronti del governo guidato da Giorgia Meloni.
In una intervista rilasciata a Repubblica, Conte ha affermato: “Il governo Meloni sta indebolendo le norme anticorruzione e spuntando le armi della magistratura, un pezzo alla volta“. Non si è fermato qui, aggiungendo che “L’esecutivo fa la lotta all’antimafia“, parole che non sono passate inosservate e hanno scatenato reazioni immediate. Il capogruppo di Fdi non ci sta e risponde prontamente all’ex premier: “Conte? Vedovo del potere“.
La risposta del partito di Meloni a Conte
Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha prontamente risposto alle dichiarazioni di Conte, difendendo le azioni del governo Meloni e attaccando le posizioni dell’ex premier.
“Se in Italia si può comminare oggi l’ergastolo ostativo lo si deve al governo Meloni che lo ha introdotto nel suo primo decreto legge“, ha dichiarato Foti, come riportato da Liberoquotidiano.it, sottolineando l’ostruzionismo delle opposizioni, in particolare del Movimento 5 Stelle, come un atto “improduttivo quanto vergognoso”.
Le accuse al leader del Movimento 5 stelle
Foti ha poi elencato una serie di iniziative del centrodestra per combattere la criminalità, menzionando il caso di Caivano come esempio del rinnovato impegno dello Stato nel contrastare la criminalità organizzata.
“Alle farneticazioni del leader del M5S Conte […] rispondiamo che la lotta a mafia e camorra il centrodestra la fa con i fatti, buttando in carcere i suoi capi“, ha aggiunto, come riportato da Liberoquotidiano.it.
Il capogruppo di Fdi ha fatto riferimento ai significativi arresti avvenuti negli ultimi 18 mesi, tra cui quello di Matteo Messina Denaro. Foti ha ribadito l’impegno del governo nella lotta alla criminalità e ha criticato le posizioni di Conte, definendole come tentativi di “avvelenare i pozzi” per impedire agli italiani di conoscere la verità.